Farnese - La Tuscia all' ombra dei Farnese

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Farnese è un comune italiano situato nella regione Lazio, in provincia di Viterbo. Sorge su di una rupe tufacea ad ovest del Lago di Bolsena ed ai confini con la Toscana a 341 metri sul livello del mare. L’antico centro storico è stato abitato fin dall’età del Bronzo, a testimonianza di questo fatto vi sono i particolari oggetti rinvenuti. Intorno alla metà del 1.100 Farnese era possedimento del Conte Ranieri di Bartolomeo ed entrò a far parte della Contea Aldobrandesca. In seguito passò sotto il dominio della Nobile famiglia Farnese, non è certo se la famiglia abbia dato il nome al paese o viceversa, l’unica cosa certa è che la famiglia partì da qui. I Farnese combatterono per i comuni di Orvieto, Firenze e Siena, stando dalla parte dei Guelfi, combatterono contro i Ghibellini per riconquistare i territori del Patrimonio di San Pietro in Tuscia. Nel 1.537 i Farnese si divisero. Farnese, entrò poi a far parte dei possedimenti dei Chigi, in seguito passò al Maresciallo francese De Boumont e poi al Principe Alessandro Torlonia sino al XX secolo.
Il fenomeno nell’800 del Brigantaggio conobbe una larga diffusione nel suo territorio, dovuta in particolare alla presenza dell’impenetrabile bosco “Selva del Lamone”. Tra i tanti briganti ricordiamo Domenico Biagini, detto il Curato e Giuseppe Basili, detto Basiletto, nativi di Farnese. Molti abitanti del posto furono coinvolti in tantissimi processi come aiutanti dei Briganti, tra questi anche il Sindaco Pietro Castiglioni.
Il 19 ottobre 1867 vi fu, nei pressi di Villa Lucattini, uno scontro tra Garibaldini e Zuavi Pontifici.  I 150 Garibaldini erano guidati da Andrea Sgarallino (colonna livornese) e da Nicola Guerrazzi (colonna maremmana). I Pontifici erano 500. Rimasero a terra per i Garibaldini: Ettore Comparini, Natale Capannoli e Rocco Grassini, tutti e tre di Massa Marittima (Gr); per i Pontifici, il Tenente Emmanuel Dufournel, che rimase ferito e morì qualche giorno dopo a Valentano. Dopo diversi tentativi, nel 1887 fu portata l’acqua a Farnese dalla vicina sorgente: “La Botte”. Il 25 settembre 1887 vi furono grandi festeggiamenti ed inaugurarono anche la Fontana Monumentale.


La Chiesina di Santa Maria di Sala ed il suo complesso Monastico sono stati edificati in località Sala, località che prese il nome dal castello di Sala appartenuto ai Farnese, intorno al X - XI secolo per ospitare, si presume, dei religiosi eremiti. Il Vescovo di Castro per dare slancio e sviluppo alla chiesina la donò all’Abbazia Cistercense di Staffarda. La comunità nel 1189 inviò alcuni monaci che ne presero possesso con l’intento di istruire alla Regola di Citeaux i religiosi che già l’abitavano. Durante il Capitolo Generale svoltosi nell’anno 1199 il Consiglio Generale espresse il disappunto per il basso numero di monaci presenti nell’Abbazia di Sala. Nel Capitolo del 1205 venne dato l’incarico all’Abate di La Faté a cui apparteneva la nuova abbazia, di accertare se la piccola struttura potesse ospitare dodici monaci, secondo le istituzioni dell’Ordine. I Cistercensi incontrarono grandi difficoltà nel far sviluppare il monastero, dovute soprattutto al luogo impervio e alla mancanza nelle immediate vicinanze di terreni da poter coltivare. Nei primi decenni del XIII secolo si presume che i Cistercensi abbiano abbandonato la Chiesa ed il complesso Monastico. I beni dell’Abbazia vennero ereditati dall’Abbazia Madre (Staffarda) che nel 1257 li vendette a San Martino al Cimino. La chiesa era composta da una sola navata, lunga 15 metri ed era stata costruita con conci di pietra, mentre il portico antistante è completamente crollato.

Francesca Farnese, Serva di Dio, Fondatrice, nasce a Parma il 6 gennaio 1593 da Mario Farnese e da Camilla Meli Lupi da Soragna, nome di battesimo Isabella. La bambina trascorre la sua prima infanzia a Parma, nella casa della nonna materna: Isabella Pallavicino, moglie del marchese Giampaolo Meli Lupi, la quale doveva preoccuparsi dell’educazione della nipote. Poco dopo, ritornò nella casa materna in seguito ad una terribile malattia che l’aveva portata quasi alla morte ed a una caduta in un braciere acceso, che le aveva sfigurato il volto e resa quasi cieca. Il 21 aprile del 1602, a soli nove anni, entrò nel monastero di San Lorenzo in Panisperna a Roma, dove una sorella del padre ricopriva l’incarico di abbadessa e alla quale era stato dato il compito di continuare nella sua educazione. Il 7 dicembre del 1607 le venne dato il nome di suor Francesca Farnese di Gesù e Maria. Due anni più tardi, pronunciò i suoi voti perpetui.  Il 26 agosto 1617 un Breve Apostolico conferma la richiesta dei lavori per la trasformazione del Monastero da destinarsi alle future monache. Fondò l’Ordine delle Monache Farnesiane. Il 9 maggio del 1618 prese vita la nuova comunità monastica, oltre a lei, anche altri membri della famiglia Farnese, sua sorella Isabella (Virginia) e sua zia Violante, che fu poi abbadessa dello stesso monastero, entrarono a far parte della neonata famiglia Francescana. Alla cerimonia d’insediamento prese parte il Vescovo di Castro e per renderla più toccante, sfilò per le vie del paese una solenne processione. A soli 31 anni, nel 1624, venne eletta abbadessa del monastero di Farnese: Santa Maria delle Grazie. Poco più tardi a causa di una malattia rinunciò al titolo a favore della sorella sr. Isabella. L’8 febbraio 1631, lasciò Farnese alla volta di Albano Laziale. Durante il viaggio, fece una sosta a Roma e con l’aiuto di Costanza Barberini, cognata di Papa Urbano VIII, fu ricevuta in udienza da lui. Il papa rimase affascinato dal modo di vivere di Francesca e della Riforma che aveva messo in atto nel suo monastero. Al termine del loro colloquio, le promise la sua assistenza per meglio far progredire i Monasteri dalla Farnese fondati. Con il suo arrivo ad Albano, il 18 marzo 1631, il Vescovo Riccardo Alessi, le consegnò le chiavi e la dichiarò abbadessa, da come riporta il Breve Apostolico. In seguito chiese a Papa Urbano che le venisse concesso come Cardinale Protettore Francesco Barberini. Il Cardinale si adoperò molto per far approvare le Costituzione che la Fondatrice aveva scritto e stava vivendo all’interno dei suoi Monasteri. Presso questo monastero, all’interno del coro, sono custodite le spoglie mortali della “Venerabile”. Raggiunse il monastero di Palestrina il 22 aprile 1638, vennero approvate le “Costituzioni” (regole), assumendo anche il titolo di abbadessa. Il 2 giugno 1643, con alcune sue consorelle si trasferisce a Roma per fondare il monastero dell’Immacolata Concezione, nel Rione Monti, (unico monastero andato perduto gli altri sono ancora attivi) dove morì il 17 ottobre 1651.
 
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